Nella prima settimana di maggio tre volontari di Ingegneria Senza Frontiere hanno partecipato alla missione del Progetto “Voda Tutto!”. Lo scopo di questa missione è stata la realizzazione di una bozza di sceneggiatura ed inizio dei lavori sul documentario sul quale il gruppo sta lavorando insieme al partner ABC di Bihac. La parte del lavoro da svolgere sul documentario è stata portata avanti con successo e siamo riusciti anche a fare delle interviste. Le interviste più importanti fatte erano quelle a due rappresentati di WWF Dinaric Arc e al ex-presidente dell’azienda nazionale di produzione elettrica della Bosnia Erzegovina.
Oltre al lavoro pratico sul documentario sono stati anche affrontati alcuni momenti di condivisione e formazione con partner, e sono stati analizzati alcuni degli ultimi progetti idroelettrici proposti nel bacino di Una.
Il gruppo di volontari ha anche partecipato alla tavola rotonda organizzata dal comune di Bihac del titolo “Idropotenziale del bacino di Una – le sfide del futuro”. La tavola rotonda, che doveva essere un momento di confronto e dibattito per la popolazione locale, si è rilevato un evento chiuso al pubblico ed accessibile solo su invito che Ingegneria Senza Frontiere – Firenze è riuscita ad ottenere. La totale assenza di cittadinanza e la poca presenza delle associazioni del settore civile hanno influenzato molto il taglio della discussione che era orientato verso le proposte di progetti idroelettrici. I volontari di ISF Firenze sono riusciti ad ottenere 5 minuti per fare il loro intervento nel quale hanno riportato i dati energetici del paese offrendo una via alternativa allo sviluppo idroelettrico, principalmente una efficientizzazione della rete elettrica visto che la Bosnia perde oltre 20% della propria energia a causa dell’infrastruttura vecchia. ISF sostiene che prima di andare a costruire impianti nuovi per la produzione energetica e rovinare così il Parco Naturale e la possibilità per le piccole comunità locali di vivere dal turismo e agricoltura, conviene rendere più efficiente la produzione, distribuzione e consumo attuali visto l’altissima inefficienza. Il nostro intervento non era l’unico a mettere in questione le costruzioni di centrali idroelettriche nel parco naturale, e siamo contenti che anche le poche associazioni locali presenti al dibattito hanno preso parola per esprimere il loro disenso.
In questo momento si aprono tante possibilità all’interno del progetto per chiunque fosse interessato, da piccoli contributi per il documentario fino ai grossi studi indipendenti che potrebbero aiutare le associazioni locali nella loro battaglia per salvare il parco naturale. Se sei interessato vieni alla prossima riunione del gruppo di progetto oppure contattaci per mail! Vi riportiamo anche le foto della missione!
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